Quando si decide di comprare una nuova caldaia, la classe energetica è uno degli aspetti da prendere subito in considerazione. In base infatti alla sua classificazione, cambiano l’efficienza energetica e i consumi. Scopriamo insieme come comportarci e cosa valutare prima di effettuare l’acquisto.

 

Come si fa a stabilire la classe energetica?

 

Con il termine classe di efficienza energetica si indica la suddivisione della scala dei consumi come stabilita dalle norme dell’Unione europea. Per quanto riguarda le caldaie, la classe energetica indica quanta energia viene trasferita all’acqua o all’aria per farla poi circolare nei tubi dei sistemi di riscaldamento. 

La classe energetica delle caldaie è determinata dalla potenza termica nominale (PN) ed è suddivisa in 4 tipologie: una stella, due stelle, tre stelle e quattro stelle. Maggiore è il numero di stelle, maggiore è il risparmio energetico. 

In particolare, il Regolamento Ue 811/2013 ha introdotto una doppia etichetta standard ErP che aiuta l’acquirente nel processo d’acquisto: una per il generatore di calore e una per l’impianto, detta “insieme” o di “sistema”:

  • per generatore di calore si intendono apparecchi come le caldaie tradizionali e a condensazione, le pompe di calore, gli scaldacqua e i serbatoi per l’acqua calda;
  • l'etichetta di impianto, invece, si riferisce al sistema composto dalla caldaia o scaldacqua, dispositivi di controllo, eventuali serbatoi e pannelli solari.

L’etichetta di una caldaia è divisa in tre settori.

  1. Il settore 1 identifica l’apparecchio. Oltre al logo dell’Unione europea, troviamo il nome o il marchio del costruttore, accompagnato dal nome del modello. Un’icona ci informa che la caldaia funziona sia in modalità di riscaldamento dell’ambiente (la fornitura d’acqua per i termosifoni) sia per la produzione di acqua calda sanitaria.
  2. Il settore 2 mostra la classe di efficienza energetica del dispositivo. Sono presenti due scale di classi di efficienza energetica: quella valida per il riscaldamento ambientale e quella per il riscaldamento dell’acqua sanitaria.
    È qui che vediamo la scala graduata: una serie di frecce di lunghezza crescente e colore diverso, dal verde al rosso, associate alle lettere che vanno da A+++ a G. La combinazione tra la freccia più corta verde e la sigla A+++ identifica gli apparecchi con i consumi più bassi. La freccia nera sulla destra evidenzia infine la classe energetica della caldaia.
  3. Il settore 3, sempre attraverso delle icone, indica:
  • il livello di potenza sonora che permette di valutare la rumorosità del dispositivo, espresso in decibel;
  • la potenza termica nominale in kW;
  • la possibilità di programmare la produzione di acqua calda. 

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L’etichetta energetica d’insieme, invece, considera il gruppo di prodotti e di componenti dell’impianto. Ha 4 settori.

  1. Il settore 1 identifica l’apparecchio. Contiene il nome o il marchio del costruttore oltre che il nome del modello. Un’icona mostra che la caldaia funziona come riscaldamento ambiente.
  2. Il settore 2 mostra la classe di efficienza energetica della caldaia. In questo caso, a differenza dell’etichettatura precedente, troviamo due scale: una per indicare l’efficienza per il riscaldamento d’ambiente e una per quella del riscaldamento dell’acqua sanitaria. I valori vanno da A+++ a D.
  3. Il settore 3 mostra la classe di efficienza energetica del generatore principale di calore.
  4. Il settore 4 ospita le icone che mostrano i componenti che è possibile collegare all’impianto: pannelli solari, boiler, termoregolatori e generatori secondari.

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Quando una caldaia è in classe A?

Per conoscere l’efficienza di una caldaia occorre sapere il valore ηs%, vale a dire l’efficienza energetica stagionale del riscaldamento d’ambiente. Se una caldaia dichiara di avere un valore che va dal 90% e sale oltre il 150%, allora appartiene alla classe A. Quasi tutta l’energia viene così impiegata per generare calore

Come abbiamo visto, l’etichetta sul nostro apparecchio ci informa a quale classe energetica appartiene, grazie alla freccia posizionata in corrispondenza della scala graduata.

Se decidiamo di sostituire la nostra vecchia caldaia con una nuova, conviene allora puntare su una caldaia a condensazione. Questa appartiene infatti ad una generazione tecnologicamente avanzata perché arriva ad usare il 100% del potere comburente del gas, recuperando tra il 15 e il 18% dell’energia termica che si disperde sotto forma di fumi e vapore acqueo.

I prezzi delle caldaie a condensazione partono da 500/600 euro per le potenze più basse (24 kW) e arrivano fino a 1.500/2000 euro per potenze superiori (32 kw). I modelli più sofisticati arrivano invece a costare oltre i 4.000 euro. 

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Il bonus consente di detrarre:

 

  • le spese per l’acquisto della caldaia e dei materiali che servono per i lavori
  • lo smontaggio della caldaia vecchia
  • la messa in posa e l’installazione di quella nuova
  • le opere murarie necessarie; 
  • i sopralluoghi tecnici

Quante classi energetiche si guadagnano cambiando la caldaia?

 

Le caldaie a condensazione incidono notevolmente sul risparmio energetico, sia nella funzione di riscaldamento ambientale che nella produzione di acqua calda sanitaria. Se poi si dotano i termosifoni di valvole termostatiche, l’impatto è ancora più alto

Per migliorare la classe energetica della propria abitazione però non basta intervenire solo sull’impianto di riscaldamento. Tra gli interventi da prendere in considerazione ci sono l’isolamento a cappotto e la sostituzioni dei vetri doppi con quelli tripli, in particolare se si parte da una classe energetica bassa come G o F.

Si calcola che il solo passaggio dalla classe F alla classe G comporti un aumento di valore dell’immoblie di 200 euro al mq, soprattutto per le piccole unità abitative. Con il passaggio dalla classe E alla D si ottiene un guadagno di 150 euro al mq

Per chi invece è proprietario di un immobile già certificato di classe B, il raggiungimento della classe A segna un aumento del valore di 100 euro al mq