L'inverno è ormai alle spalle e, con esso, se ne sono andati anche i timori legati ai costi di riscaldamento delle nostre case. Non conviene però perdere tempo. L'estate può essere quel momento dell'anno per capire come affrontare la prossima brutta stagione, ottenendo il massimo dei benefici.

 

Qual è il sistema migliore per riscaldare casa?

 

La tecnologia impiegata nei sistemi di riscaldamento ha fatto passi da gigante, offrendo sul mercato diverse alternative ai sistemi tradizionali che puntano ad ottimizzare il risparmio energetico. In questo modo l'impatto sull'ambiente è minore e lo diventano anche i costi in bolletta.

D'altra parte, per scegliere il miglior sistema di riscaldamento occorre valutare alcuni fattori:

  • il tipo di abitazione e quindi se si abita in un condominio o in una casa singola;
  • la potenza richiesta, che varia a seconda dei mq e dell'isolamento termico dell'abitazione;
  • l'ambiente in cui si vive come pianura, zona costiera e montagna;
  • l'escursione termica annua, che rappresenta la differenze tra la temperature media del mese più caldo e quella del mese più freddo;
  • le fonti energetiche a disposizione, tra cui la possibilità di impiegare fonti rinnovabili;
  • il bisogno di utilizzo, che può limitarsi alla necessità di avere acqua calda sanitaria o di dover anche riscaldare casa.

Fatte le dovute premesse, prendiamo in considerazione alcuni tipi di riscaldamento e il loro funzionamento.

  1. Impianto a pompa di calore. In una classifica su quale riscaldamento convenga adottare per ottenere le prestazioni più alte, la pompa di calore ha scalato velocemente le prime posizioni. Promossa anche dalle politiche europee per migliorare l'efficienza e il risparmio energetici, richiede un cospicuo investimento iniziale, ma è vantaggiosa nel tempo. Sfrutta le energie rinnovabili ed esistono modelli che producono acqua calda sanitaria, oltre che a riscaldare/raffreddare gli spazi.
  2. Impianto di riscaldamento elettrico. È vero: il prezzo dell'energia elettrica è sottoposto a notevoli oscillazioni a causa della situazione geopolitica ed economica mondiale. D'altra parte, il collegamento ad un sistema fotovoltaico permette di migliorare la qualità di questa tipologia, che ha preso sempre più piede negli ultimi anni. L'accesso a una fonte rinnovabile e autoprodotta abbatte i costi e contribuisce a migliorare la qualità dell'ambiente circostante.
  3. Impianto di riscaldamento a pavimento. Grazie ad un sistema radiante a pannelli, il calore viene irradiato tramite un circuito di serpentine. È completamente invisibile: una soluzione ideale dal punto di vista estetico, senza tubature a vista.
  4. Impianto di riscaldamento a battiscopa o parete. Rappresenta un'altra valida soluzione estetica, dal momento che i tubi passano dietro alle pareti, diffondendo velocemente calore nella stanza e senza grandi opere murarie. Il principio è lo stesso quando invece le tubature, in cui scorrono acqua calda o resistenze elettriche, sono posizionate a contatto con il pavimento. Attraverso piccole feritoie nel battiscopa esce aria calda.
  5. Impianto di riscaldamento a soffitto. Anche questo tipo di impianto sfrutta un sistema radiante. I tubi del circuito idraulico sono posizionati sul soffitto e ricoperti da un controsoffitto per agevolare la conduzione di calore, che si diffonde in modo omogeneo.

 

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Come riscaldare casa senza gas?

 

Negli ultimi due anni, il prezzo del gas ha subìto notevoli fluttuazioni, raggiungendo picchi che hanno inciso sul portafoglio dei consumatori. Come conseguenza di questa situazione, gli utenti hanno iniziato a cercare nuovi modi per riscaldare le proprie case senza l'impiego di gas.

Tra le vie intraprese, chi ha potuto si è affidato al tradizionale camino a legna o alle stufe in ghisa, sempre a legna, o alla versione moderna del termocamino. Una scelta che però non è fattibile per molti. Richiede lo spazio necessario per stoccare la legna. In aggiunta, il suo utilizzo è vietato in alcune zone d'Italia: bruciare legna produce micro-polveri che aumentano la presenza di polveri sottili nell'aria.

Altri hanno puntato sulla stufa a pellet, che funziona in modo simile a quella a legna. Il calore generato dal pellet bruciato viene diffuso con ventole o tubi scambio-calore. Funziona con spazi ridotti, molto meno per quelli più grandi.

Inoltre, tanto il prezzo della legna quanto quello del pellet hanno registrato considerevoli rincari una volta che sono diventati "materie prime" ambite come sostituti del gas.

Si può optare per la caldaia a biomassa, che utilizza come combustibile del materiale organico/naturale (compresi pellet e legna) e industriale di riciclo. Una soluzione ecologica (non immette monossido di carbonio nell’atmosfera), ma con particolari costi. 

La biomassa da usare come combustibile dev’essere trattata chimicamente: questo può portare a un costo più elevato rispetto ai combustibili fossili come il gas.

La pompa di calore invece sfrutta l'aria presente in un ambiente per scaldare o rinfrescare e per produrre acqua calda. A seconda della necessità, l'unità esterna recupera l'aria da cui produce calore, trasmesso nella stanza dall'unità interna.

Bisogna però considerare la quantità di elettricità necessaria per il suo funzionamento. Per questo motivo, la pompa di calore è una soluzione preferibile se collegata ad un impianto fotovoltaico per contenere i costi energetici.

 

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Qual è il sistema più economico per scaldare casa?

 

Se la pompa di calore è una alternativa ideale a impatto zero e per le sue peculiarità tecnologiche, è altrettanto vero che richiede uno sforzo economico non indifferente. A questo si aggiunge la necessità di una fonte rinnovabile per minimizzare i costi.

Nel breve periodo la caldaia gas rimane un sistema economico per riscaldare casa, specie se si seguono alcune regole nella sua gestione.

  • Effettuare la manutenzione degli impianti. Un impianto in buono stato infatti consuma ed inquina di meno.
  • Fare attenzione alle ore di accensione. Tenere l'impianto acceso giorno e notte è del tutto inutile.
  • Monitorare la temperatura degli ambienti. Un ambiente troppo caldo nuoce infatti alla salute, oltre che alle tasche: il comfort termico si raggiunge già con una temperatura di 20 gradi centigradi.
  • Schermare le finestre di notte. Persiane, tende o tapparelle contribuiscono a ridurre la dispersione di calore a impianto spento.
  • Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni. Ostacolano la diffusione del calore mentre l'impianto è funzionante.
  • Inserire un pannello riflettente tra termosifone e parete. È un espediente per limitare la dispersione verso l’esterno.
  • Tenere le finestre aperte per pochi minuti. Quando si decide di rinnovare l’aria nella stanza mentre i caloriferi sono in funzione, lasciare le finestre aperte a lungo è controproducente ed economicamente dispendioso.
  • Installare le valvole termostatiche. Facilitano il flusso d’acqua calda nei termosifoni e il controllo della temperatura;
  • Dotare gli impianti di soluzioni tecnologiche innovative. Permettono all’utente di gestire in autonomia il riscaldamento della propria casa: ne sono un esempio le valvole termostatiche smart, gestibili anche a distanza attraverso l'apposita applicazione.

Se la caldaia in dotazione è datata, può essere sostituita con una condensazione. Funziona in modo simile ad una caldaia tradizionale: l'acqua viene riscaldata per uso domestico e per il riscaldamento.

I modelli a condensazione riescono però a recuperare calore anche dai fumi e dai vapori prodotti dal processo di combustione del gas. In una caldaia tradizionale, invece, vengono espulsi e persi tramite la canna fumaria.

La caldaia a condensazione limita al minimo le emissioni e riesce a recuperare energia direttamente dai propri scarti, trasformandola in calore. Si abbassa notevolmente la necessità di bruciare gas dalla rete di distribuzione e si ottiene fino al 30% di risparmio in bolletta.

Quali termosifoni consumano meno?

 

Il rendimento energetico dipende certamente dal sistema di riscaldamento adottato, ma non solo. Giocano un ruolo importante anche i termosifoni. Se funzionano correttamente e sono in buono stato, è più facile raggiungere il comfort termico.

Sul mercato sono disponibili diverse tipologie di radiatori, in base al materiale con il quale sono costruiti.

  • I termosifoni in ghisa impiegano molto tempo a raggiungere la temperatura in esercizio. In Italia ormai non hanno mercato, se non di nicchia.
  • I radiatori in alluminio sono più economici e componibili. Sono leggeri e meno ingombranti, ma si possono corrodere se il pH dell'acqua è maggiore di 7, quindi alcalino. In compenso, si scaldano velocemente.
  • I radiatori tubolari in acciaio sono componibili come quelli in alluminio e in ghisa. Sono un ottimo compromesso tra i due tipi di termosifoni. Se uniti a buona caldaia, permettono di risparmiare fra l'8 e il 10% in bolletta rispetto a quelli in ghisa, costando poco di più.

Una gestione smart può fare davvero la differenzaUn buon radiatore e termovalvole tecnologicamente avanzate sono la combinazione perfetta. Con la loro versione smart, si ottimizzano le prestazioni seguendo le esigenze e le abitudini degli utenti.

È infatti molto più semplice regolare il funzionamento dei radiatori nelle singole stanze, aiutandosi con un'applicazione installata sul cellulare. Ad esempio, si può impostare a distanza la temperatura desiderata, prima del rientro a casa.

Tutto ciò si traduce in un notevole risparmio economico e in un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, migliorando la qualità degli ambienti.

Le valvole smart possono essere connesse anche agli assistenti vocali domestici come Google Home o Amazon Alexa: basta un comando e le impostazioni vengono settate secondo la richiesta del momento.

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