Tra i sistemi di riscaldamenti alternativi alla caldaia rientra il termocamino, che permette di riscaldare gli ambienti e di produrre acqua calda sanitaria. Può funzionare sia a legna che a pellet e le nuove versioni offrono anche ottime soluzioni estetiche. Analizziamo insieme vantaggi e svantaggi di questa tipologia.

Che differenza c'è tra camino e termocamino

 

Per capire meglio come funzioni un termocamino, si può cominciare sottolineando le differenze rispetto al camino più tradizionale, quello composto dal focolare. È lo spazio nel quale ha luogo la combustione e che si collega alla canna fumaria e al comignolo.

Il principio con il quale funziona un camino è molto semplice. Il flusso di aria costante nel focolare permette la combustione della legna e il fumo viene smaltito passando dalla canna fumaria e dal comignolo. Viene così riscaldato l'ambiente nei pressi della struttura.

Il termocamino, invece, riesce a recuperare il calore generato dalla combustione. Ciò è reso possibile dalla sua composizione.

  • Un vetro temperato isola la fiamma dall'esterno.
  • La camera di combustione ha un intercapedine che contiene dell'acqua che si scalda con la combustione.
  • L'acqua riscaldata viene impiegata per riscaldare i termosifoni e produrre acqua calda sanitaria.

È la versione tecnologicamente avanzata e all'avanguardia del camino classico.

In base al tipo di alimentazione si può optare per:

  • termocamino a legna;
  • termocamino a pellet;
  • termocamino ad alimentazione ibrida con l'uso alternato di legna e pellet.

Anche la modalità di propagazione del calore può differire:

  • ad aria, il calore viene distribuito attraverso delle bocchette;
  • ad acqua, opera in modo molto simile ad una caldaia, riscaldando le stanze con la trasmissione dell'acqua nei termosifoni.

 

termocamino

Quanto si risparmia con un termocamino?

 

Valutare l'effettivo impatto economico di un sistema a riscaldamento di questo tipo non è semplice. Le stime indicano un risparmio energetico che varia dal 30% al 50%, ma bisogna considerare alcuni fattori.

Tra questi c'è il consumo di legna o pellet che dipende:

  • dalla potenza riscaldante del termocamino;
  • dalla resa del combustibile impiegato;
  • dalle caratteristiche dell’edificio che si intende riscaldare come, ad esempio, il suo isolamento termico.

Nell'ultimo periodo il prezzo della legna ha registrato un considerevole aumento a fronte di una richiesta maggiore. Per contenere la spesa ci si può affidare a legna a basso costo che però non coincide spesso con quella di qualità.

Sono i legni duri a rendere di più durante la combustione con il loro potere calorifico più elevato. A una resa migliore corrisponde un prezzo più alto.

Quanto al pellet, anche il costo di questa materia prima ha subìto oscillazioni verso l'alto.

Consideriamo inoltre che un termocamino ad aria non produce acqua calda sanitaria. La sua installazione può generare un risparmio per il riscaldamento degli ambienti, ma comporta la presenza di una caldaia che sopperisca all'assenza della prima.

 

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Quanto costa un buon termocamino?

 

I punti di forza di un termocamino comprendono l'impatto estetico. Crea una sensazione di comfort e di intimità che si propaga nell'ambiente in cui è inserito. Richiama il romanticismo e l'atmosfera dei tradizionali camini, risultando però molto più facile da pulire.

Il vetro che ne delimita la parte esterna impedisce alla polvere e alla cenere di disperdersi. Il fatto che il focolare sia strutturalmente separato da tutto ciò che lo circonda riduce i rischi derivanti dalla propagazione del fuoco e del fumo.

Non è complessa nemmeno la manutenzione della camera di combustione e della canna fumaria, salvo imprevisti.

D'altro canto l'investimento iniziale può rivelarsi consistente.

  • I termocamini a legna hanno un costo che va da 2.000 euro a 5.000 euro.
  • I termocamini in pellet vanno da 4.000 a 6.000 euro.

I termocamini ad acqua, in aggiunta, prevedono un apposito serbatoio, denominato puffer. Ha una forma cilindrica, è rivestito con materiale isolante e le sue dimensioni sono grandi. Occorre quindi lo spazio necessario per una corretta applicazione.

Prima di affrontare la spesa bisogna anche accertarsi se la loro installazione sia consentita nella zona in cui si trova l'abitazione. In alcune parti d'Italia, infatti, i regolamenti locali vietano l'impiego della legna ad uso riscaldamento perché la combustione produce polveri sottili nell'aria.

Come si collega il termocamino ai termosifoni?

 

Per collegare un termocamino ad acqua all'impianto termico servono due tubi:

  • quello di mandata, che trasmette l'acqua all'impianto;
  • quello di ritorno, sul quale inserire una pompa che aziona la ventilazione.

L’operazione include però anche l’installazione di serbatoi coibentati per l’acqua calda delle pompe di rilancio, nonché di valvole di intercetto e termostati di minima e di massima per la corretta regolazione della temperatura. 

Non è quindi un procedimento così semplice, considerando anche che il termocamino richiede un impianto di riscaldamento indipendente: significa che se l'abitazione ha già un impianto, non può essere utilizzato per il termocamino.