
Cambiare la caldaia: come, perché e bonus 2023
Cambiare la caldaia di casa può essere un momento problematico, anche perché comporta un notevole esborso di denaro. Ma una caldaia nuova ed efficiente si traduce in un risparmio energetico, tagliando i costi del riscaldamento.
Inoltre, è possibile installare una nuova caldaia approfittando dei bonus statali. Scopriamo insieme come.
Come capire se la caldaia è da cambiare?
Una regolare manutenzione dell’impianto di riscaldamento aiuta la nostra caldaia a funzionare meglio e a lungo. Tuttavia, arriva il momento in cui è necessario procedere alla sua sostituzione e ci sono alcuni segnali che possono aiutarci a capire quando intervenire.
- La vita media di una caldaia: si aggira attorno ai 10-12 anni. Più il tempo passa, più è richiesta una manutenzione maggiore per l’usura delle sue componenti. È quindi prudente fissare i dovuti controlli lontano dalla stagione più fredda, evitando così un ulteriore aggravamento dei costi di intervento.
- I cattivi odori: sono il segnale che qualcosa non va. In particolare, potrebbe esserci un problema di combustione che provoca l’emissione di monossido di carbonio, sostanza molto pericolosa per la nostra salute. Oltre agli odori sgradevoli, sono sintomi di un cattivo funzionamento anche la produzione maggiore di condensa o una fiamma pilota che va ad intermittenza.
- Una caldaia non dovrebbe far rumore: in caso contrario, è necessario intervenire. Ronzii e vibrazioni possono derivare da una valvola rotta o da una pompa che ha smesso di funzionare correttamente. In casi come questi, la cosa migliore da fare è spegnere immediatamente la caldaia e contattare un tecnico specializzato.
- I termosifoni impiegano troppo tempo a scaldarsi: potrebbe esserci un guasto. La causa può essere ricercata nell’acqua sporca che circola all’interno dell’impianto e dei caloriferi. La manutenzione aiuta a trovare un rimedio, ma a volte è necessario valutare l’ipotesi di acquistare una caldaia nuova.
Alle problematiche tecniche, d’altra parte, si aggiunge il fattore legato alla classe energetica: le vecchie caldaie appartengono infatti ad una classe inferiore rispetto a quelle moderne. Più la classe energetica è bassa, maggiori sono i consumi e di conseguenza la bolletta è decisamente più salata.
Come cambiare la caldaia a costo zero?
Il prezzo di una nuova caldaia a condensazione parte dai 500 euro (per un elemento da circa 24 kW di potenza) e arriva ai 2.000 euro (32 kW). Quelle più sofisticate raggiungono anche i 5.000 euro.
È la direttiva per l’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento del 2015 a prevedere che ogni nuova caldaia installata debba essere a condensazione.
Si tratta di un tipo di tecnologia che assicura un notevole risparmio in termini di fabbisogno energetico. Allo stesso tempo consente di recuperare energia dai fumi di scarico, abbassando drasticamente l’emissione di sostanze dannose nell’atmosfera. Una scelta tanto economica quanto ecologica.
Ci sono inoltre normative locali che prevedono controlli sulle emissioni degli impianti termici. In Lombardia se una caldaia ha più di 15 anni, è obbligatorio dimostrarne l’efficienza globale media stagionale secondo i parametri stabiliti. Se non si riesce, la caldaia va cambiata.
La normativa prevede poi che per ogni impianto ad uso civile, al di sopra dei 35 kW, il controllo dei fumi avvenga una volta all’anno.
Cambiare caldaia è quindi un investimento sul futuro perché assicura da una parte risparmio energetico e sui costi di riscaldamento, dall’altro permette di rientrare negli obblighi legislativi.
Sono così previste delle agevolazioni, come il bonus caldaia, per facilitare l’accesso a sistemi di termoregolazione evoluta.
Come ottenere il bonus caldaia?
Il bonus caldaia 2022 è stato prorogato per tutto il 2023. L’agevolazione consiste in una detrazione fiscale di importo variabile sulla spesa totale. Le detrazioni fiscali previste possono essere del 50%, del 65% o del 90%, in caso di Superbonus.
Le agevolazioni sono erogate dall’Agenzia dell’Entrate nei 10 anni successivi all’anno della sostituzione, in rate di uguale importo:
- la detrazione del 50% si ottiene semplicemente sostituendo una vecchia caldaia con un modello a condensazione di Classe A;
- la detrazione del 65% si ottiene se, oltre a installare una caldaia a condensazione di classe energetica A, si acquista un impianto ibrido con integrata anche una pompa di calore oppure un sistema di termoregolazione di classe V, VI o VII.
L’importo di spesa limite detraibile è di 30.000 euro per ogni singolo immobile.
La sostituzione della caldaia può anche dare diritto al Superbonus 90% in quanto rientra nei cosiddetti lavori trainanti.
In questo caso la nuova caldaia dovrà portare un miglioramento di almeno due classi energetiche oppure il raggiungimento della classe più alta, da dimostrare tramite le attestazioni di prestazione energetica (A.P.E).
Fondamentale, per tutti e tre i tipi di detrazione, è che il pagamento sia tracciabile e quindi effettuato tramite bonifico bancario o carta.
Per richiedere il bonus caldaia, bisogna inviare una comunicazione di installazione all’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile. La comunicazione deve essere effettuata entro 90 giorni dal posizionamento della nuova caldaia e richiede:
- i dati del cliente e del venditore;
- l’allegato della ricevuta di pagamento;
- la scheda informativa dei lavori rilasciata dal tecnico abilitato;
- l’attestazione della classe energetica.
Al posto della detrazione, inoltre, si può richiedere lo sconto immediato in fattura all’azienda che compie l’intervento di sostituzione. Sarà la stessa ditta a recuperare in seguito il credito, portandolo in compensazione sulle imposte che è tenuta a pagare.
Infine, è possibile la cessione del credito d’imposta a una banca o istituto finanziario che lo acquisterà a un valore del 75-80%.
Che differenza c’è tra una caldaia a condensazione e una caldaia normale?
Il punto di forza di una caldaia a condensazione è la sua innovativa tecnologia che permette di recuperare il calore contenuto nei fumi di scarico. Questo calore è trasformato in nuova energia, utile per riscaldare l’acqua di ritorno.
Il vapore infatti viene condensato prima di essere convogliato nella canna fumaria. Il calore dei fumi così è trattenuto e conservato ed è pronto per essere nuovamente distribuito nel sistema di riscaldamento.
La caldaia a condensazione, tra l’altro, emette fumi ad una temperatura inferiore rispetto alla caldaia tradizionale: significa che impiega meno combustibile per scaldare un’abitazione.
Questa nuova classe di caldaie consente di raggiungere una consistente riduzione dei consumi di gas, contribuendo ad un notevole risparmio economico: fino al 15% per gli impianti di riscaldamento di casa.
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