L’utilizzo del climatizzatore impatta inevitabilmente sulla bolletta di fine mese. Spesso infatti viene tenuto acceso nelle ore più calde delle giornate estive che coincidono con le fasce in cui l’energia elettrica costa di più. Vediamo insieme qual è il suo impatto in termini di costi e come gestirlo al meglio. 

 

 

Quanto costa tenere acceso un condizionatore 10 ore al giorno?

 

Che sia inverno o estate, la domanda che attanaglia il consumatore è sempre la stessa: quanto mi costa avere una casa con la giusta temperatura e il comfort termico migliore? La risposta non è unica, perché ad incidere sul costo in bolletta sono diversi fattori, tra cui ritroviamo:

  • la classe energetica del condizionatore;
  • il tempo di accensione durante il giorno;
  • il costo medio dell’energia elettrica. 

Quanto a quest’ultima, sono stabilite tre fasce orarie ben precise:

  • la fascia 1, che copre l’intervallo tra le 8 e le 19, dal lunedì al venerdì, ed è la fascia di punta, durante la quale il costo energetico è più alto;
  • la fascia 2, che va dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23, dal lunedì al venerdì, e dalle 7 alle 23 di sabato, con un prezzo ridotto;
  • la fascia 3, che inizia alle 23 e termina alle 7 del mattino dal lunedì al sabato e che dura invece per tutta la domenica o il giorno festivo, la più conveniente fra tutte.

La classe energetica del climatizzatore è strettamente collegata al suo consumo energetico. Le informazioni tecniche sono contenute nelle guide fornite dai produttori in cui ritroviamo il range di potenza attribuito all’apparecchio. 

Le classi energetiche sono espresse con le lettere dell’alfabeto e vanno da A a G: mentre A indica un’elevata efficienza energetica e dunque un consumo medio basso, la lettera G è attribuita a condizionatori con un’efficienza energetica molto bassa e dunque fonte di consumi considerevoli.

A ciò si aggiungono altri elementi da tenere in considerazione nel momento in cui valutiamo l’acquisto e l’installazione di un climatizzatore:

  • la sua tipologia (può essere fisso oppure portatile);
  • la potenza;
  • la dotazione di una tecnologia inverter o meno.

La tecnologia inverter, in particolare, consente di mantenere il motore del condizionatore acceso al minimo quando viene raggiunta la temperatura desiderata: questa resta costante senza un dispendio eccessivo di energia e con ricadute positive sui costi finali. 

 

consumo-condizionatore

Quanto incide l'aria condizionata sulla bolletta?

 

A conti fatti, la quota legata all’aria condizionata sulla bolletta di casa incide a seconda di quante ore si decide di usare il condizionatore, al consumo di kwh di energia del singolo apparecchio e delle fasce orarie in cui entra in azione. 

Per contenere le spese si possono adottare alcune soluzioni che, in alcuni casi, coincidono con quelle già valide per il riscaldamento nella brutta stagione.

  • Si possono per esempio pianificare le accensioni del climatizzatore per avere un’abitazione accogliente nel momento del rientro. In questo modo il climatizzatore opera con costanza secondo le tempistiche decise dall’utente e si evita di accenderlo alla massima potenza per ottenere un effetto di raffrescamento che sarebbe impossibile da ottenere nell’immediato e produrrebbe solo un vertiginoso aumento del consumo energetico.
  • I climatizzatori dispongono della modalità deumidificatore: riduce la quantità di umidità all’interno della casa o della stanza. Si guadagna in qualità dell’aria che respiriamo e il consumo di energia è più contenuto rispetto alla modalità raffrescamento. Il comfort è comunque assicurato.
  • È sempre molto importante assicurarsi che l’isolamento termico dell’abitazione sia adeguato, anche con semplici accorgimenti. Come gli spifferi sono un fonte di spreco energetico quando il riscaldamento è in funzione d’inverno, così rendono vano qualsiasi tentativo di godere del fresco di casa se si infila aria calda dall’esterno. In compenso il climatizzatore continua a lavorare e a consumare energia, inutilmente. 

Un contributo all’ottimizzazione dei costi arriva senza dubbio dalla domotica con cui poter gestire a distanza il climatizzatore e ricevere notifiche su eventuali anomalie e contrattempi, come l’apertura di una finestra nella stanza che si vuole rendere fresca e accogliente. 

L’utente può infine optare per la tariffa energetica più adatta alle sue esigenze, approfittando della recente liberalizzazione del mercato energetico per confrontare i costi dei diversi fornitori e trarre le proprie conclusioni economiche.

Quanto consuma un condizionatore da 12.000 BTU in euro?

 

Tra i climatizzatori più diffusi sul mercato compaiono quelli da 12.000 BTU. La sigla sta per British Termal Unit, il parametro per indicare la capacità di refrigerazione e riscaldamento del climatizzatore nell’arco di un’ora. Con i condizionatori da 9.000 BTU sono i più comuni e corrispondono ad un condizionatore in grado di rinfrescare una stanza di 40/50 metri quadri

Come già visto, i climatizzatori vengono suddivisi sulla base della loro classe energetica e quindi ritroviamo condizionatori da 12.000 BTU che rientrano nelle categorie più alte (A, A++, A+++) o in quelle più basse (F, G). Un modello efficiente da 12.000 BTU consuma circa 300 Watt all’ora, uno meno performante arriva a oltre 1.000 Watt all’ora. 

Chi desidera considerare un lungimirante investimento che permette di ridurre i consumi e conseguire il massimo beneficio può scegliere un impianto dotato di pompa di calore che, allo stesso tempo, offre una funzione di riscaldamento e una di raffrescamento, sfruttando energie rinnovabili come l’aria: 

  • in inverno l’aria fredda esterna viene trasformata in aria calda, sfruttata sia per i termosifoni che per la produzione di acqua calda sanitaria;
  • in estate l’aria calda esterna è trasformata in piacevole aria fresca da diffondere attraverso il climatizzatore. 

La combinazione con strumenti smart come i termostati intelligenti assicurano una gestione precisa e oculata della temperatura e facilitano la programmazione e il monitoraggio da remoto, nell’intento di consumare meno energia possibile e risparmiare sui costi. 

 

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Quanto consuma un condizionatore acceso tutta la notte?

 

La fascia energetica che copre le ore notturne (Fascia 3) è quella più conveniente quanto a spese energetiche, come abbiamo avuto modo di analizzare in precedenza. Ne consegue che lasciare acceso il condizionatore di notte è, matematicamente parlando, un modo per avere fresco senza spendere troppo.

È però importante sottolineare che per la salute degli abitanti di casa non conviene avere una temperatura eccessivamente bassa in camera da letto. Si raccomanda di non eccedere con gli sbalzi tra l’interno e l’esterno. La temperatura di casa dovrebbe quindi essere di 6°/7° C in meno e non di più. 

In presenza di un climatizzatore nella stanza da letto, il getto continuo di aria fredda può provocare fastidi muscolari, come il torcicollo, e l’insorgere di mal testa e problemi all’apparato respiratorio. Meglio dunque preferire la modalità di deumidificazione con la quale ridurre l’umidità e la conseguente sensazione di malessere, per un risveglio ideale e senza intoppi. 

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